La start up innovativa

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http://www.dimt.it/2015/03/23/la-startup-innovativa/

 

L’opera monografica di Elena Fregonara offre al lettore un’attenta disamina delle novità legislative in ambito societario introdotte dal Legislatore con la nona sezione del d.l. n. 179/2012 recante Ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese (cd. Decreto Crescita bis), rubricata – per l’appunto – Misure per la nascita e lo sviluppo di start-up innovative (artt. 25-32).

L’A. ripercorre i tratti salienti della normativa, offrendo all’occorrenza importanti spunti di riflessione. Riserva, inoltre, gran parte dei propri sforzi ermeneutici all’analisi delle interazioni tra le fattispecie introdotte e le comuni disposizioni di diritto societario, nonché all’esame delle nuove forme di finanziamento delle start up innovative (cfr. crowdfunding).

La dottrina giuridica italiana ha indirizzato gran parte dei propri sforzi scientifici allo studio della novella s.r.l. semplificata introdotta con il d.l. n. 1/2012 [1]. La Fregonara ha, pertanto, l’indubbio merito di affrontarne l’evoluzione [2], posto che l’introduzione della s.r.l. semplificata e della start up innovativa persegue il medesimo scopo, potendosi considerare la prima species della seconda.

Nel Piano d’azione imprenditorialità 2020, la Commissione Europea ha sostenuto la centralità della cultura imprenditoriale quale «possente volano della crescita economica e della creazione di posti di lavoro» [3]. Indirizzo, tra l’altro, condiviso dal legislatore italiano che con il recente Decreto Crescita bis persegue l’obiettivo di «favorire la crescita sostenibile, lo sviluppo tecnologico, la nuova imprenditorialità, l’occupazione in particolare giovanile [...], intendendo contestualmente contribuire allo sviluppo di nuova cultura imprenditoriale, alla creazione di un contesto maggiormente favorevole all’innovazione così come a promuovere maggiore mobilità sociale» [4].

Con il d.l. n. 179/2012 ha ottenuto riconoscimento normativo la start up innovativa. Si tratta, tuttavia, solo di una delle tessere che compongono il mosaico normativo in materia di incentivo alla cultura imprenditoriale: perché questo è ictu oculi il fine ultimo perseguito dal legislatore europeo ed italiano. L’A. ha, infatti, il merito di fornire al lettore uno sguardo d’insieme (per quanto possibile) della materia non limitando la propria analisi ad un singola ed isolata fattispecie, ma piuttosto disvelando possibili legami con istituti affini.

«Si assiste ad un fenomeno patologico, verrebbe da dire di “schizofrenia normativa” più che di “profonda agitazione” come scriveva Lorenzo Mossa» [5]: è così che l’A. descrive lo scenario normativo che il legislatore italiano concorre a delineare. La scelta del termine “concorrere” non è certo casuale: il fenomeno in esame ha, infatti, natura prettamente empirica. L’intervento normativo nasce proprio dall’analisi dalle best practice maturate oltreoceano.

Il sottotitolo dell’opera monografica mostra chiaramente gli snodi dell’itinerario analitico percorso dall’A.: «uno sguardo all’evoluzione del sistema societario e delle forme di finanziamento». Il fenomeno in esame genera problematiche eterogenee: da un lato quelle tradizionali ed attinenti al diritto societario e fallimentare [6]; dall’altro quelle innovative e connesse alla disciplina del settore finanziario [7].